La partita IVA è un codice alfanumerico di 11 cifre che identifica univocamente un soggetto che svolge un’attività economica nel territorio dello Stato italiano. È obbligatoria per tutte le persone fisiche o giuridiche che esercitano un’attività d’impresa, arte o professione in forma autonoma, anche se occasionale.
Quando è obbligatoria la partita IVA
L’apertura della partita IVA è obbligatoria quando si esercita un’attività economica in modo abituale e continuativo con l’obiettivo di lucro.
Questo vale sia per le persone fisiche (liberi professionisti, artigiani, commercianti) che per le persone giuridiche (società).
Cosa si intende per attività abituale e continuativa?
Un’attività si considera abituale e continuativa quando viene svolta in modo regolare, sistematico e ripetitivo nel tempo, non in maniera occasionale o sporadica. Non esiste una soglia di reddito minima o un numero specifico di operazioni che fanno scattare l’obbligo. Ciò che conta è l’intenzione di esercitare l’attività come professione o impresa stabile.
Esempi in cui è obbligatoria l’apertura della partita IVA:
- Libero professionista: Un consulente, un grafico, un programmatore che offre i propri servizi a più clienti in modo continuativo.
- Commerciante/Artigiano: Chi vende prodotti o offre servizi artigianali in modo regolare, anche online (e-commerce).
- Attività con un sito web: Se il sito web viene utilizzato per vendere prodotti o servizi, promuovere un’attività professionale con l’obiettivo di generare reddito in modo continuativo (ad esempio, tramite pubblicità o affiliazioni significative).
- Professioni regolamentate: Avvocati, medici, architetti, ecc., in quanto l’esercizio della professione non può essere svolto in modo occasionale.
Quando NON è obbligatoria l’apertura della partita IVA?
- Prestazioni occasionali: Attività svolte in modo sporadico e senza carattere di abitualità, purché il reddito annuo non superi i 5.000 euro (in questo caso, si è soggetti a ritenuta d’acconto). Tuttavia, se l’attività diventa continuativa, l’obbligo di aprire la partita IVA scatta anche se il reddito è inferiore a tale soglia.
- Attività svolte in forma privata: Ad esempio, la vendita occasionale di oggetti personali usati.
- Attività senza finalità di lucro: Ad esempio, attività svolte da associazioni che ricevono quote associative e non offrono servizi a pagamento a terzi (anche se dal 1° gennaio 2025 ci sono novità per gli enti associativi).
- Lavoro dipendente: Chi svolge un’attività lavorativa con un regolare contratto di lavoro subordinato non è tenuto ad aprire la partita IVA per tale attività. Tuttavia, se svolge parallelamente un’attività autonoma abituale e continuativa, potrebbe esserne obbligato.
Importante: Non esiste una soglia di guadagno che determini automaticamente l’obbligo di apertura della partita IVA. Il superamento dei 5.000 euro annui per prestazioni occasionali comporta l’iscrizione alla Gestione Separata INPS, ma non esclude l’obbligo di aprire la partita IVA se l’attività è di natura abituale e continuativa.
Sanzioni:
La mancata apertura della partita IVA quando obbligatoria comporta sanzioni amministrative e, in alcuni casi, penali per esercizio abusivo di professione o attività commerciale.
Come aprire la partita IVA
Per aprire la partita IVA è necessario presentare il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate. Il modello può essere presentato in forma cartacea, presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate, o in forma telematica, attraverso il servizio online Entratel o Fisconline.
Al momento della presentazione del modello è necessario indicare i seguenti dati:
- Dati anagrafici del titolare della partita IVA;
- Codice fiscale del titolare della partita IVA;
- Codice ATECO dell’attività da svolgere;
- Regime fiscale da adottare;
- Indirizzo di residenza o di sede dell’attività.
Il codice ATECO
Il codice ATECO è un codice alfanumerico che identifica l’attività economica che si intende svolgere. È necessario scegliere il codice ATECO corretto in base alla tipologia di attività che si intende esercitare.
Ampliamento dell’attività o chiusura della partita IVA
Nel caso in cui le operazioni si espandano e sia necessario aggiungere uno più codici di attività ATECO, è necessario comunicare il cambiamento alle autorità entro 30 giorni dalla modifica.
Il numero di partita IVA non cambia ma i nuovi codici vengono incorporati.
Nel caso in cui si voglia eliminare la partita IVA, è possibile farlo attraverso la procedura e la compilazione dei documenti appositi.
Un nuovo numero di partita IVA verrà assegnato nel caso in cui venga avviata una procedura per riaprirla.
Vies e fatturazione europea
Secondo la Legge italiana, è necessario che chiunque voglia effettuare operazioni in ambito europeo debba iscriversi all’elenco VIES.
La presentazione della domanda può essere effettuata tramite la procedura online messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate sul proprio sito.
Il regime fiscale
Al momento dell’apertura della partita IVA è necessario scegliere il regime fiscale da adottare. I regimi fiscali disponibili in Italia sono:
- Regime ordinario;
- Regime forfettario.
Regime ordinario
È obbligatorio per Società di persone, ditte individuali o enti non commerciali che nell’anno precedente abbiano ottenuto un fatturato di almeno 500.000 euro per prestazioni di servizi, o di almeno 800.000 euro negli altri casi. È obbligatorio anche per Spa, Srl, Sapa, cooperative, mutue assicuratrici o Enti pubblici e privati (per quest’ultimi due quando come scopo primario o secondario abbiano l’esercizio di attività commerciali) o atre organizzazioni o associazioni che abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.
Tale regime prevede una tassazione in base a 4 fasce di reddito, cui corrispondono delle specifiche aliquote Irpef:
- 23%: per redditi fino a €15.000
- 25%: per redditi tra €15.000 e 28.000
- 35%: per redditi da €28.000 e 50.000
- 43%: per redditi oltre i €50.000
Inoltre chi opera in regime ordinario sarà obbligato al rispetto di diversi adempimenti contabili e fiscali come anche per chi opta per il regime ordinario in contabilità semplificata.
Regime forfettario
La prima differenza tra i due regimi è che quello forfettario gode di una tassazione agevolata con meno obblighi, prevedendo comunque al contempo delle limitazioni per poter essere aperto.
Il forfettario è un regime agevolato dove non viene pagata l’Irpef, bensì una imposta sostitutiva agevolata del 15% o, a chi apre una nuova attività, del 5% per i primi 5 anni.
La Partita Iva con regime forfettario può essere aperta in diversi casi:
- I ricavi o redditi annuali non superano la soglia dei 65.000 euro (anche con diversi codici ATECO) annui
- Le spese per lavoro accessorio, dipendenti e collaboratori non superano i 20.000 euro lordi annui
- I redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superano i 30.000 euro lordi annui
Per una nuova attività invece che vuole usufruire dell’imposta del 5% per i primi cinque anni, inoltre, è necessario che:
- non abbia esercitato alcuna attività nei 3 anni precedenti
- la nuova attività non sia il proseguimento di un’altra, svolta come dipendente o autonomo
Questa partita Iva viene chiamata startup proprio perché per i primi 5 anni di vita dell’attività si paga solo il 5% di tasse sul reddito determinato forfettariamente.
Ci sono poi delle cause di esclusione dal regime forfettario che abbiamo approfondito nell’apposita guida sul regime forfettario.
Qual è la partita iva più economica?
Ovviamente, come si è potuto evincere, la partita Iva più economica è quella con regime forfettario, in quanto prevede una tassazione agevolata al 15%, che scende al 5% per i primi 5 anni nelle nuove attività e non prevede il pagamento dell’IVA. Inoltre ci sono alcuni vantaggi, quali:
- nessun obbligo di indicare l’IVA in fattura
- esonero dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili
- esonero dall’applicazione IVA sulle fatture, dalla ritenuta d’acconto, dal versamento dell’imposta, dall’applicazione Irap, Irpef, addizionali regionali e comunali
- l’obbligo dal 1 luglio 2022 per tutti gli autonomi, professionisti e ditte di fatturazione elettronicamente solamente con ricavi superiori ai 25.000 euro
In che mese conviene aprire una partita iva?
Per il regime ordinario non vi è alcuna differenza, mentre per quello forfettario conviene aprire la partita Iva nel mese di gennaio: si avrà infatti diritto a 5 anni interi con la tassazione al 5%, che in seguito passerà al 15%.
Come funziona il primo anno di partita iva?
Le tasse andranno pagate solamente nel secondo anno di attività. Le tasse previste nel primo anno non saranno perse, ma verranno pagate a titolo di saldo l’anno successivo. Quindi, dal secondo anno due saranno le date da tener presente:
- 30 giugno, per il pagamento del saldo e del primo acconto
- 30 novembre, per il versamento del secondo acconto
Il costo annuale di una partita IVA varia a seconda del regime fiscale scelto. Ad esempio, una partita IVA in regime forfettario può costare tra i 200 agli 800 euro più IVA per anno, a seconda della tipologia di consulenza di cui il contribuente ha bisogno.
Gli adempimenti fiscali e previdenziali
I soggetti titolari di partita IVA sono tenuti ad adempiere a una serie di obblighi fiscali e previdenziali. I principali adempimenti sono:
- Compilazione e presentazione della dichiarazione dei redditi;
- Versamento delle imposte sui redditi;
- Versamento dei contributi previdenziali;
- Emissione di fatture e ricevute fiscali;
- Conservazione dei documenti contabili.